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Quando sono molto felice mi vengono le fitte al cuore. Prima di queste scosse, mi sembra di avere una cosa minuscola in mano e sempre (SEMPRE) ho cercato di figurarmene la forma. Nel tempo che mi ci interrogo, perdo la felicità e torno nella mia routine fatta di pensieri, ansie, impegni, dubbi. La mia generazione è precaria, non ha prospettive per il futuro e pertanto si ritrova a godere della bellezza plastica e caduca, ormai disabituata a quella reale che troppo spesso si perde fra le sinapsi troppo impegnate a trasmettere informazioni ansiogene - e pure quando non si perde siamo noi a bloccarla cercando il perché un miracolo a cui imputare questa grazia concessaci una volta ogni tanto. E purtroppo non appena ci poniamo questa domanda, la bellezza si è nuovamente dissolta. “Mai una gioia” diciamo, “La vita fa schifo”; siamo davvero ironici nel dirlo e ormai è un intercalare che usiamo con leggerezza; se ci si pensa bene poi, anche il fatto di tirarle fuori quando non si sa che dire ci dovrebbe far rendere conto di quanto spesso siamo concentrati sul male che subiamo (che poi perché ci rifiutiamo di “subire” il bene e dobbiamo sempre autosabotarci?). La bellezza è così fugace, transitoria e anormale che ci sembra di vedere un elefante che vola e noi, invece che goderne, siamo lì a cercare il numero dei servizi segreti non solo per riferire che c’è una bestia pesantissima che fluttua ma anche per suggerire che potrebbe essere un grandissimo cavallo di Troia. E infatti un’altra bella frase da aperitivo è la risposta al “Come va?“: “Bene dai, aspetto l’inculata!”. Una storia che annulla ogni assolutismo nel bene e nel male, perché trovare la bellezza non significa necessariamente uscire dalla merda nella quale galleggiamo, ma anche solo ricambiare un sorriso e apprezzare le mani che ci vengono offerte, o banalmente riconoscere che il cielo è terso, spostando l’attenzione dal puzzo nel quale siamo immersi. Sally Rooney sa come parlarne senza scadere nel blablabla della tediosa lamentela generazionale, cala le sue riflessioni in un ambiente realistico e condivisibile, ricordandoci che essere soddisfatti delle nostre vite non ci costringe a non essere mai in difficoltà, rassicurandoci che se esistono le ombre è perché ci sono sicuramente delle luci vicino.
"eh sì, diventare grandi fa proprio schifo!" ma sì, chissà quante volte lo abbiamo detto. però, se ti fermi a pensare a quello che hai, che hai avuto, alle persone che hai attorno, a ciò che la tua mente può creare e pensare, al tuo cuore che batte, alla tua casa, ai tuoi libri, al tuo cane... ti rendi conto che poi così schifo non fa dai. abbiamo sempre questa sensazione di non essere abbastanza, ma per chi e soprattutto in base a quale unità di misura viene calcolato questo 'abbastanza'? ci sentiamo quasi in bilico tra due realtà: la nostra e quella degli altri. che poi, è sempre la paura a limitarci e lo sappiamo che alle volte basterebbe semplicemente dire quello che si prova o fare ciò che in quell'esatto momento vorremmo, senza il timore di ascoltarci un po' di più, senza farci sopraffare dai 'cattivi' pensieri, - che corrono sempre più in fretta rispetto a quelli ‘giusti’ - per trasformare il tutto in qualcosa di molto bello... per noi e per chi ci vuol bene. anche la paura fa parte di noi, certo, ma l'avere fifa mentre ci si esprime per quel che siamo e vogliamo ed il rendersi conto che tutto questo ci permette di creare il Nostro Mondo Bello, è una sensazione magnifica e se questo Mondo Bello non lo possiamo modellare noi, per noi stessi, chi altro può farlo? Sally, piacevole, riflessiva e reale ha il potere di farti catapultare nei luoghi dei suoi protagonisti e di farti partecipare in prima persona. ho trovato questo libro audace: questa volta Rooney ha voluto spingersi un po' oltre, forse per slacciarsi di dosso l'etichetta di "scrittrice generazionale" (che, tra l'altro, per me non è mai stata) affrontando argomenti politici, sociali, culturali, economici. i dialoghi, sempre perfetti. io, da sempre bimba di Sally, (poi, sarà che mi trovo nel fiore dei miei trent’anni) alcune pagine le ho sentite talmente mie che ho avuto il piacere di rileggerle ed annotarmele, alcuni passaggi sono stati un colpo al cuore, altri piacevoli spunti di riflessione. tre su tre Sally, ottimo lavoro. con tutto il mio amore.
Ancora una volta un libro sulle relazioni personali, sui rapporti che sono spesso difficili perché ciascuno si aspetta qualcosa dall'altro - un gesto o un'attenzione - che possa colmare vuoti e carenze, nuove o lì da sempre. Siamo tutti simili, sembra volerci dire Sally Rooney: vogliamo tutti un lavoro appagante, stimolante e che abbia un senso nell'immenso disegno dell'universo; e poi vogliamo qualcuno che ci ami e degli amici con cui trascorrere belle serate. E anche quando abbiamo gran parte di ciò vi domandiamo: Dove sei mondo bello? Perché noi qui proprio non riusciamo ad individuarti, presi da mille ragionamenti contorti, pensieri raffinati o velleità di vario tipo, dimentichiamo che la bellezza sta nelle piccole cose e nella semplicità di ogni giorno. Il mondo bello è tutto lì.
Primo romanzo di Rooney che leggo, e mi ha convinto molto. Ne leggerò sicuramente altri, una bella lettura: una voce giovane, semplice ma mai banale, un ritmo narrativo piacevolissimo!
Ho appena finito "Dove sei, mondo bello" e poco tempo fa ho letto anche "Persone normali". Evito di scrivere un'opinione-fotocopia di quella, molto negativa, che ho espresso per l'altro libro (o comunque molto simile). Però ho letto le recensioni di chi ha commentato prima di me "Dove sei mondo bello" e mi chiedevo: ma sentite davvero il bisogno di leggere un intero libro per poter elaborare le riflessioni che avete condiviso quassù? Secondo me avreste potuto scrivere le stesse cose anche senza leggere Rooney che, quindi, a mio parere, non aggiunge nulla a ciò che già sappiamo della nostra generazione (io ho appena fatto i 38 anni, quindi non sono poi così lontano dai protagonisti del libro dal punto di vista dell'età). P.S: a "Persone normali" ho dato mezza stella, a quest'altro libro ne do una intera perché qui i personaggi usano un po' di più le parole e scrollano le spalle un po' di meno. A proposito, ma quando fate sesso fate interi discorsi come questi quattro?